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Seicentine

Seicentine

Il nucleo predominante della Biblioteca è diviso tra Seicentine (800/900) e Settecentine (800/900) con poche opere dei SS. Padri e di alcuni umanisti e, invece, con molti testi di teologia e filosofia francescane, trattati teologici, morali, mistici e di storiografia francescana, a cui si devono aggiungere molte opere predicabili e diversi scrittori municipali, come ha già sottolineato P. Perrone (nota 16).

Mi piace indicare la presenza di un grosso repertorio di casi di coscienza e teologia morale dal titolo "Clavis regia" (1610) di Gregorio Sayro Anglo, stampato a Venezia, presso Barezzi Barezzo; la "Summa" di Enrico di Gand, curata da P. Girolamo Scarpario, e stampata a Ferrara, presso Francesco Succio, 1643-1646 (vv. 3). Il servita Enrico di Gand (1217-1293), detto il Doctor Solemnis, è un filosofo e teologo importante per la scuola francescana, perché è un costante interlocutore di Scoto e manifesta alcune posizioni che anticipano sia il realismo di Scoto sia il nominalismo di Guglielmo Occam.

Non poteva mancare un testo scotista che ha dominato nel Seicento come quello di Fra Angelo Volpi di Montepeloso (= attuale Irsina), conventuale e Reggente dello Studio generale di Napoli (+1647), Sacrae theologiae Summa Joannis Duns Scoti... et commentaria, stampato a Napoli presso Lazzaro Scorigio - Camillo Cavalli, 1622-1646 (da noi vv. 8), che ha una contorta storia editoriale. Accanto a Scoto, poi, troviamo una bella edizione degli "Opuscolorum tomi duo" di S. Bonaventura. stampata a Lione, presso Soc. Bibliopola, 1647.

La scuola tomistica

I frati Riformati amavano però confrontarsi con la scuola tomistica, per cui ho notato con piacere oltre a varie edizioni delle opere di S. Tommaso, un testo interessante di un Frate Vescovo, professore all'Univ. Di Salamanca, Fr. Giovanni De Rad (aragonese),"Controversiae theologicae inter S.Thomam et Scotum", stampato a Venezia, presso Giov. Guerilio, 1618, con una bellissima incisione sul frontespizio, raffigurante S. Tommaso e Scoto come due colonne della teologia, ispirati rispettivamente da S. Domenico e da S. Francesco, e protetti da Dio Padre.

Un aspetto poco noto, ma coerente con la visione francescana della vita, è la dimensione simbolica e figurata per cui sarà gradito ai lettori di questo saggio venire a sapere che qui abbiamo due testi, ricchi di incisioni, su questa tematica: Scarlattini Ottavio, "Homo figuratus et simbolicus", Agustae Vindilicorum - Dilingae, sumptibus J. Caspari Beucard, bibliopolae, 1695, v. 2° (Augusta in Baviera, chiamata "Vindilicorum", dopo la vittoria di Augusto sui Vindelici - Dillingen in Baviera, sede universitaria cattolica nei secc. XVII - XVIII). Tradotto dall'italiano in latino da Mattia Homcamp, per diffondere nel mondo colto del tempo i simboli, le figure, i proverbi, che spingono l'uomo a migliorarsi; non a caso la introduzione è intitolata "Templum animatum sive de dignitate hominis".

Il secondo testo, ricco di ben 212 "emblemi incisi e spiegati", è quello di Andrea Alciati o Alciato (1492-1550), giurista e umanista, il quale in campo letterario è conosciuto per quest'opera di oltre 1000 pagine "Emblemata", raccolta di allegorie morali, stampata a Padova, presso Paolo Frambotto, nel 1661, con commenti di Claudio Minois e C. Francesco Sanzio e curato con grande diligenza da Giov. Thuilio, prof. all'Univ. di Friburgo in Brisgovia.

Le Enciclopedie

Nell'ambito delle enciclopedie la nostra biblioteca possiede un'opera importante. E risaputo che nel sec. XVII apparve per la prima volta il termine, divenuto poi famoso e ricorrente, di "Enciclopedia" con Johann Alsted, filosofo e teologo tedesco (1588 - 1630), il quale nel 1630 pubblicò a Herbom (Nassau, Renania-Palatinato) una sua precedente opera col titolo "Scientiarum omnium Encyclopedia" in 7 vv. in- folio. Noi abbiamo una splendida e monumentale Enciclopedia dal titolo "Magnum theatrum vitae humanae ..." (vv. 8 infolio) stampata a Lione presso Giov. Antonio Huguetan, nel 1678. scritto in modo inusuale MDCLXXIIX. É stata compilata, a partire dal 1556 da Corrado Lycostene (v. 1). per ampliarsi nel 1631 (vv. 8) ad opera di Lorenzo Beyerlinck (1583 - 1627), teologo belga, protonotario apostolico e Arcipresbitero di Anversa, compianto da tutti perché morto a 44 anni e considerato ormai come l'unico autore dell'opera.

Repertori Biblici

Nell'ambito dei Repertori biblici, per quanto io sappia, abbiamo un'opera, rarissima nelle biblioteche salentine, di Fr. Mario da Calasio (1555-1620), professore di Ebraico presso il Collegio missionario francescano di S. Pietro a Montorio in Roma; quest'opera ha come titolo "Concordantiae sacrorum bibliorum hebraicorum", stampata a Roma, presso Stefano Paolino, nel 1621; è costituita da 2 volumi in folio di complessive 2684 colonne, e fu stampata l'anno dopo la morte di Fra Mario, molto stimato dalla Curia pontificia come esimio orientalista (nota 17).

La prima concordanza ebraica si deve a Isacco Mordachai ben Nathan, stampata a Venezia nel 1523; a circa un secolo di distanza (1621) fu stampata da un cattolico questa nuova concordanza ebraica, che fu largamente apprezzata; oggi, però, la più celebre e la più completa è quella di S. Mandelkerm, "Veteris testamenti concordantiae hebraicae atque chaldaicae", stampata in 1a edizione nel 1896, e sempre ristampata e perfezionata.

Conclusioni

Contrariamente a quanto previsto, questo saggio è andato molto oltre, per cui termino qui, riservandomi di analizzare le settecentine in un altro lavoro.

Prima di concludere, però, non posso tralasciare di indicare alcune opere di Frati pugliesi: Francesco da Seclí, Paragono spirituale… Bari, per Giacomo Gaidone, 1634, che rappresenta il contributo salentino alla rinascita della teologia bonaventuriana (nota 18); Clemente Brancasi da Carovigno, De Deo Trino et Uno, t. 1°, Napoli, Regia Tip. Egidio Longo, 1638, pp. 721; Fr. Clemente, osservante della Provincia di Terra di Lavoro, morì a Napoli nel 1657, assistendo gli infermi di peste, e fu uno dei grandi rappresentanti dello scotismo meridionale nel campo della teologia trinitaria (nota 19); Diego (Tafuro) da Lequile, Sentenze di S Antonio da Padova, Napoli, per Camillo Cavallo, 1646, v. 1°, cnn. 15, pp. 439. È la prima opera del ciclo pugliese-milanese (1646-1650) con cui inizia la sua attività letteraria, ed è un quaresimale di cui nel giro di 4 anni furono vendute ben 1000 copie (nota 20); Bernardo Selvaggi da Brindisi, Panegirici Sacri dei Santi ovvero Discorsi spirituali, Lecce, appresso Pietro Micheli, 1667, v. 2°, cnn. 12, pp. 186, cnn. 3; a cui è legato Le maggiori grazie del Santissimo Sacramento trionfante condotto a cavallo... (in) Brindisi, Lecce, appresso Pietro Micheli, 1671, pp. 43, cnn. 3. Fr. Bernardo è uno dei rappresentanti della scuola oratoria francescana salentina, e si distingue per la sua predicazione erudita e polemica (nota 21).

Mi auguro che questo lavoro abbia dato già l'idea della ricchezza singolare della Biblioteca "S. Francesco" e la mia più grande ricompensa sarebbe quella di aver suscitato in qualche giovane studioso di Beni Culturali il desiderio di approfondire la ricerca catalografica salentina in un'ottica europea.

(Testo gentilmente concesso a Japigia da P. Luigi De Santis, ofm. pubblicato su "Miscellanea Franciscana Salentina" 14-15 (1998/99).

Documento creato il 08/03/2004 (17:13)
Ultima modifica del 08/03/2004 (17:13)

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