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Atti vandalici e rifiutiLa segreteria dell'Associazione PRO LOCO del Salento segnala allo "Sportello dei Diritti atti vandalici nelle pubbliche manifestazioni: troppe denunce da parte di turisti danneggiati e delusi. Più interventi da parte di Comuni ed Autorità e campagne si sensibilizzazione ed educazione nei confronti dei giovani. La segreteria dell'Associazione PRO LOCO del Salento ha segnalato nei giorni scorsi allo "Sportello dei Diritti" della Provincia di Lecce, la cui delega è stata assegnata all'Assessore Carlo Madaro, di aver ricevuto decine di denunce da parte di turisti che hanno villeggiato nella nostra Terra e che in occasione di sagre, feste Patronali o raduni si sono visti danneggiare la proprie automobili a seguito di veri e propri atti vandalici in serie. Per non parlare poi di quei turisti che hanno comunicato il loro rammarico nell’aver trovato gran parte degli ameni luoghi del Salento invasi da rifiuti di ogni genere. E' ora che Comuni, Autorità ed Istituzioni intervengano incisivamente su questi odiosi fenomeni che squalificano l’immagine della splendida Terra D'Otranto. Secondo il rapporto di 2005 Legambiente sul fenomeno non sempre, infatti, i Comuni, così come le aziende di igiene ambientale e quelle dei trasporti pubblici, si sono dotati di sistemi di analisi e di controllo del fenomeno vandalismo che, nella maggioranza dei casi, determina una valutazione spesso imprecisa e lacunosa dello stesso. Nella gran parte dei casi, le stime dei danni sono il riflesso della spesa effettuata in quell'anno: quando si dispone delle risorse per rinnovare il pubblico arredo, solo allora, ci si accorge del costo per la sostituzione delle panchine, dei cestini, dei cartelli deteriorati. Ciò che balza all'occhio è l'incremento del costo sostenuto per il ripristino dei beni pubblici soggetti ad atti di vandalismo, che passa da circa 4,7 milioni di euro nel 2002 ad oltre 5,2 milioni di euro nel 2003, nonostante il numero di eventi vandalici sia diminuito da oltre 58.000 a circa 45.000. I costi più alti se li devono accollare le amministrazioni pubbliche, costrette a spendere quasi 3,2 milioni di euro per il ripristino di quanto rotto o imbrattato in aiuole, giardini e parchi. Minori sono stati i costi per le aziende di igiene ambientale e di trasporto: rispettivamente 1,2 milioni di euro e 870 mila euro. Ma queste cifre non tengono conto degli ulteriori costi sociali che il vandalismo produce, per esempio, sui beni dei privati cittadini, come nel caso di specie. Solo il 23% dei Comuni capoluogo, dichiarano di aver predisposto un ufficio dedicato allo studio e al monitoraggio sistematico del fenomeno. Tra questi è da sottolineare il caso di Roma che, grazie all'istituzione nel 2001 di un apposito ufficio sul decoro urbano, è riuscito a diminuire il numero di eventi vandalici perpetuati ai danni di panchine, cestini e aiuole, dai 10.000 del 2002 a poco più di 5.800, dimezzando così anche la spesa per la sostituzione dei beni danneggiati (nel 2002 tale cifra si attestava intorno agli 800.000 euro). Per quanto riguarda il monitoraggio del fenomeno non sembrano esserci elementi di novità rispetto al 2002: sono ancora poco utilizzati strumenti quali sondaggi, ricerche ad hoc e analisi statistiche. Oltre il 67% dichiara di non adottare una qualsivoglia politica di analisi e controllo degli atti vandalici compiuti nel proprio territorio di competenza. Le analisi statistiche rappresentano, per chi decide di studiare il fenomeno, il principale, e a volte esclusivo, strumento di valutazione. Se è difficile una soluzione definitiva al fenomeno che riguarda l'educazione civica di un'intera nazione e non solo, esistono delle contromisure già messe in atto da alcuni Comuni che comunque ne limitano in maniera consistente gli effetti e di conseguenza i costi sociali. Tra queste, l'installazione di impianti di illuminazione efficienti nelle zone a maggior rischio e nelle pubbliche manifestazioni; presenza costante di un custode o di squadre di vigilanza. In misura minore e solo nei casi a maggior rischio o per proteggere aree di notevole interesse storico-artistico-culturale si potrebbero predisporre impianti di video-sorveglianza osservando allo stesso tempo il pieno rispetto della privacy. Per il 54% dei Comuni che si sono dotati di misure preventive, gli interventi intrapresi hanno contribuito a migliorare la situazione. Ma le azioni che danno maggior successo nel tempo sono, senza alcun ombra di dubbio, quelle di informazione e sensibilizzazione, mediante l'educazione diretta nelle scuole di ogni ordine e grado, la predisposizione di cartelli disincentivanti, la partecipazione diretta degli stessi cittadini. Più che insistere su azioni repressive, peraltro poco incisive considerata la scarsa probabilità di individuare l'autore o gli autori dell'atto vandalico, per gli operatori del settore è più efficace puntare su iniziative di formazione ed educazione rivolte ai giovani e ai giovanissimi. Insomma, nel lungo periodo la via migliore per limitare il verificarsi di questi gesti di inciviltà sembra essere la collaborazione attiva tra amministrazioni, aziende del settore, esponenti delle forze dell'ordine, prefetture, operatori del volontariato e singoli cittadini. Ed è proprio nella dimensione locale, negli ambiti più ristretti quali il rione, il quartiere ma anche e soprattutto negli istituti scolastici che si rivelano più significativi gli interventi di prevenzione e di sensibilizzazione al fenomeno del vandalismo. Lecce, 28 agosto 2006 L'Assessore al "Mediterraneo" con delega allo "Sportello dei Diritti" Carlo MADARO Ultima modifica del 27/08/2006 (21:06) Area di StampaFortune Cookie...Chi mangia finché s`ammala, digiuna finché risana |
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Japigia di Paola Beatrice Arcano, Casarano (Lecce) Realizzazione siti Internet, Portali, Grafica computerizzata e servizi turistici. E' vietato il plagio, anche parziale, dei contenuti del sito. Per informazioni, contatti, suggerimenti: Contattateci! Copyright e info legge 62/01 - Privacy e Cookie Partita I.V.A 03471880752 - R.E.A. CCIAA Le/224124 |