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Il motore a scoppio

Cenni Storici

camera di combustione del motore a scoppio. 1 tappo di sughero, 2 collo saldato, 3 cilindro metallico, 4 barretta in ottoneNella primavera del 1843, un professore del collegio S. Michele di Volterra, tale Padre Barsanti, condusse un esperimento davanti ai suoi alunni, ignari di tutto.

Si presentò in classe con un cilindro di metallo, al quale aveva saldato ad una estremità un lungo collo chiuso da un tappo in sughero, dalla parte opposta una membrana elastica e sul fianco una barretta di ottone isolata, con due sferette per far scoccare la scintilla.

Dopo aver riempito il cilindro con una miscela di aria ed idrogeno, lo chiuse ermeticamente con il tappo di sughero e fece scoccare la scintilla all'estremità della barretta in ottone.

Si udì un forte scoppio che fece saltare il tappo fino al soffitto, mentre la membrana elastica dalla parte opposta si fletteva verso l'interno del cilindro.

Padre Eugenio Barsanti, spiegò così ai suoi alunni cosa fosse successo: la scintilla scoccata all'interno del cilindro, aveva incendiato la miscela di gas, che aumentando il volume aveva prodotto lo scoppio, facendo schizzare il tappo fino al soffitto. Inizia così la storia del motore a scoppio.

Dopo questi esperimenti, nel 1851 Barsanti incontra un esperto in meccanica e idraulica l'ingegnere Felice Matteucci e tra i due inizia la collaborazione che porta i due a depositare il 5 Giugno 1853, presso l'accademia dei Georgofili, un plico contenente un resoconto degli esperimenti fatti. Su richiesta dei due, il plico venne aperto nel

1863, comunque la data della deposizione viene storicamente considerata come quella della nascita del motore a scoppio.

Alla data odierna (2003), sono trascorsi 150 anni ed ancora oggi il loro progetto continua a funzionare.

Queste informazioni sono offerte da:

Elio D'Amilo
Officina meccanica, Elettrauto
Web: http://www.salentoaziende.it/damilo
Documento creato il 08/03/2004 (19:16)
Ultima modifica del 09/06/2007 (09:42)

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