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Quinto Ennio

Un grande poeta

Lecce, monumento a Quinto EnnioQuinto Ennio fu grande poeta romano ma aveva origini messapiche.

Nacque, infatti, a Rudiae, città ormai scomparsa i cui resti sono in parte visibili nei pressi di Lecce, lungo la strada che oggi conduce a Monteroni, nel 239 a.C., sotto la dominazione romana.

Conosceva benissimo il greco ed il latino. Fu grande letterato ma, contemporaneamente, soldato.

Partecipò a diverse campagne militari e, mentre era centurione in Sardegna, fu notato dal comandante, Marco Porcio Catone, il futuro Censore. Catone, nel 204, lo condusse con se a Roma, dove, in una piccola casa sull'Aventino, poté dedicarsi, definitivamente, alla letteratura.

Qui la sua arte fu finalmente riconosciuta. Ottenne incarichi importanti e divenne parte integrante di quel movimento letterario che avrebbe integrato gran parte della letteratura greca in quella latina. I romani, infatti, da sempre erano attratti dal mondo ellenico: con Quinto Ennio riuscirono ad integrarlo, a farlo proprio nella letteratura che veniva, pian piano, sorgendo.

Il poeta leccese scrisse diversi poemi epici, sentendosi come Omero, del quale si riteneva la stessa reincarnazione; purtroppo il tempo ci ha portato poco delle opere epiche di Ennio.

Al contrario, l'opera che ne ha permesso la conoscenza sono "gli Annales", una meticolosa cronaca in ben 18 libri, in cui Ennio annota i principali accadimenti della vita delle Città Eterna, dal mito di Enea sino alle vicende del suo tempo che trascrive, ovviamente, in chiave epica.

Per i suoi meriti ottenne la cittadinanza romana, della quale fu, sempre fiero. Quinto Ennio morì nel 169 a.C., a settant'anni, probabilmente di gotta.

Articolo curato da Franco Meraglia

Documento creato il 29/05/2004 (18:41)
Ultima modifica del 11/03/2011 (18:36)

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