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Storia di una donna salentinaRoma- domenica 14 dicembre 2003, ore 17, bar salentino "La Girandola", via Antonio Tempesta 219, presentazione del cortometraggio "Più Cielo che Terra" di Federica Tuzi, storia di una donna salentina tra le voci più evocative del Sud. La strada verso sud che accoglie passi sospinti da una forza che ridiventa origine in ogni atto e l'approdo al mare dove "tutte le parole sono già state dette". La vita che pulsa forte nel vento, tra mani acerbe ma già sapienti che si librano al ritmo ossessivo del tamburello. La vita che scorre lenta, sottesa nelle parole non dette, nelle vicinanze che passano attraverso il silenzio e si svelano nei gesti della più autentica quotidianità nella casa di una famiglia salentina. Nella casa di E.L, nel suo sud fatto di "Più Cielo che Terra" mirabilmente penetrato nell'ultimo lavoro di Federica Tuzi, giovane videomaker di Roma che, grazie alla protagonista del cortometraggio, ha trovato la chiave d'accesso a quel Salento che non ha nulla di dejà vu ma che restituisce l'essenza dello sguardo più vero di chi, lontana dalla propria terra, non smetterà mai di sentirla accanto perché la lontananza, per E., è vicinanza che risiede altrove: la sua casa, infatti, sarà sempre al Sud. Più Cielo che Terra -spiega la regista- è il videoritratto di un'amica che mi ha permesso di entrare in una terra che amo e, l'unica in Italia, in cui mi sento a casa e della quale condivido il sangue sebbene non sia il mio". Federica Tuzi si avvicina al Salento senza alcun fine documentaristico fissando sul video e quindi nel racconto le immagini più eloquenti e rappresentative del suo viaggio. "Ciò che mi ha colpito di più- continua a raccontare- è la comunicazione silenziosa che passa attraverso la cucina, il lavoro, il vino, la musica e l'ospitalità". Quattro le figure emblematiche del videoritratto attraverso le quali si snoda la storia della protagonista e attraverso cui il racconto si fa essenza, significato. Il padre e la sua vita scandita dal ritmo della terra; il nipote Giulio "che la musica ce l'ha nel sangue e sembra averla imparata dagli alberi"; la madre "protagonista di una scena dietro cui sparisce sempre ma che puoi rintracciare attraverso i gesti quotidiani"; l'amica Elide accanto ad E., accanto al mare "perché davanti al mare tutte le parole sono state dette". L'attenzione al mondo femminile è essenziale nella poetica di Federica Tuzi. "Non a caso Più Cielo che Terra - aggiunge la regista - testimonia il bisogno forte che c'è di raccontare storie di donne belle, forti ed io sono partita proprio da quelle che conosco". Lo sguardo di Federica, impegnata in passato nell'attività politica femminista, è destinato, ora, a posarsi sempre più su quest'universo. Il suo presente di videomaker, del resto, non delude. Ultima modifica del 08/03/2004 (16:50)
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