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L'area della necropoli è ben più ampia di quella attualmente posta in evidenza dalla piantumazione di alcuni cipressi che la pietà popolare ha voluto, in segno di rispetto per questi antichi progenitori.

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Necropoli medioevale

Resti di una necropoli medioevale

All'uscita di Casarano, in fondo alla lunga via Solferino, proprio accanto al cavalcavia della strada ferrata, è possibile vedere i resti di una necropoli medioevale, venuti alla ribalta della cronaca pochi anni or sono.

In verità, dalle informazioni raccolte, il fatto che su questi luoghi insistesse un antico cimitero era già noto da tempo; ma come tutte le cose note, anche questa era finita nel dimenticatoio, senonché, grazie all'interessamento di alcuni volenterosi cittadini, sul finire del secolo scorso l'area venne recuperata e ripulita dal materiale che nel corso degli anni si era accumulato.

Come spesso ci è capitato di affermare, la storia del Salento è spesso ignota e manca di studi adeguati in grado di fare chiarezza; poco, infatti, è arrivato sino a noi delle popolazioni che vivevano qui prima dei messapi ed anche della vita di questi ultimi molto resta ancora da scoprire. Casarano non fa eccezione a questa regola: poco si conosce della storia della cittadina e quel poco è venuto alla luce discretamente e quasi per caso.

Ma, come anticipato, la necropoli era nota da tempo; probabilmente i primi resti vennero alla luce durante la costruzione del tracciato della ferrovia, che segò a metà due collinette, addirittura tagliando in due un'antica sepoltura.

L'area della necropoli è ben più ampia di quella attualmente posta in evidenza dalla piantumazione di alcuni cipressi che la pietà popolare ha voluto, in segno di rispetto per questi antichi progenitori. L'area si estende oltre le due linee ferroviarie che conducono a Matino ed a Melissano. Ma analizziamo qualche dettaglio.

L'area nota è posta nelle immediate vicinanze del cavalcavia, costruito per superare la linea ferrata negli anni '60, in sostituzione al ponte più piccolo costruito insieme al tracciato ferroviario ed attualmente in disuso; ciò premesso, non credo che si possa escludere che qualche altra sepoltura sia attualmente sotto il tracciato stradale.

Le tombe sono disposte secondo lo spazio a disposizione, in un apparente disordine, anche se molte sono orientate da est verso ovest. Tra di esse è facile notare un fosso, ora completamente ripieno di terra a forma di grande rettangolo, di circa 6 metri per due: presenta le pareti intonacate ed i resti di una copertura a botte, i cui conci di tufo sono, però, non presentano tracce di intonaco. Probabilmente è un'antica cisterna, piuttosto piccola, che potrebbe giustificare il nome dato al luogo: Cisternella. Altre fosse sembrano circolari, lasciando immaginare un utilizzo più come depositi di aridi che fosse di inumazione.

Allontanandoci un pochino e superando la linea ferrata che conduce a Melissano, un grande albero di fico impedisce la vista dell'imbocco di un ambiente ipogeo, ormai quasi completamente riempito di terriccio e, quindi, assolutamente non ispezionabile. Sopra di esso, ancora tracce di due sepolture, una accanto all'altra. Da questi semplici rilievi è possibile dare alla necropoli di Casarano un'estensione pari ad un cerchio con un diametro di 200/250 metri anche se non si può essere molto precisi, visto che l'area è stata soggetta, oltre al passaggio della strada ferrata, anche ad attività di estrazione di conci di tufo.

Tra l'altro, l'area sembra essere ricoperta da terreno alluvionale, trasportato qui durante le stagioni di pioggia, che ha ricoperto lo strato superficiale di calcarenite abbastanza compatta, molto simile al carparo. Il luogo è circondato da colline: abbiamo le colline dell'abitato di Casarano da est a nord e delle basse collinette tondeggianti a ovest. Solo a sud si apre un'ampia pianura che arriva sino alla Serra di Ugento. Da qui ad Ugento si apre una piana ricca di ulivi secolari e campi coltivati.

Ma a ben guardare, le collinette tondeggianti sono sin troppo... tondeggianti! Le due collinette sono poste una di fronte all'altra, verso sud-ovest, ora separate dal tracciato della strada ferrata che porta a Melissano. Le loro pareti sono segnate da file di pietre che sembrano voler delineare dei terrazzamenti e, in molti casi i massi sono enormi e abbastanza ben squadrati.

La sommità delle collinette si staglia bene sull'ambiente circostante permettendo di godere di un panorama a 360 gradi. Quassù il terreno è roccioso, piatto e dilavato dalle piogge. Su una di queste, quella più integra posta a sud, il manto roccioso è segnato da fori rotondi, ben marcati, disposti senza un ordine prestabilito: sembrerebbero i resti dei pali di antichi insediamenti capannicoli, come quelli che si incontrano spesso nel Salento (ad esempio a Torre Palane o Avetrana, che abbiamo avuto modo di notare durante i percorsi di trekking).

Ma cosa c'è stato qui? Ed in quale epoca? E le cave e la cisterna sono precedenti o successive alla necropoli? E la cisterna e i -probabili- depositi di derrate sono forse gli ultimi segni di uno sfruttamento agricolo di questi luoghi? Forse in questo luogo c'era un antico casale antecedente la necropoli? Ed i probabili insediamenti capannicoli sulla collina a quale periodo possono riferirsi? Eppoi, poteva trattarsi di un insediamento abitativo o a scopo cultuale?

Probabilmente non riusciremo mai a dare una risposta a queste domande, ma sarebbe interessante che fosse avviato uno studio sistematico dei nostri luoghi per poter pensare alla Cisternella come uno dei primi e più antichi insediamenti di Casarano.

Documento creato il 12/09/2008 (21:14)
Ultima modifica del 21/12/2012 (15:52)
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Japigia di Paola Beatrice Arcano, Casarano (Lecce)
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