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Saccheggi e leggende

Saccheggi e leggende

Purtroppo, questi anni sono segnati, per Nardò, dalle continue invasioni saracene. Ad uno dei tanti saccheggi è legata una leggenda conosciuta con il nome di miracolo del Crocefisso Nero.

Si narra che il 18 maggio 1255 alcuni infedeli, per ordine di Manfredi, cercarono di portare fuori dalla chiesa la statua del Crocefisso, portato a Nardò dai monaci basiliani nel 761, per darlo alle fiamme, insieme ad altre statue sacre, questo si incastrò tra gli stipiti della porta, e nel tentativo di romperlo per portarlo fuori dalle fenditure apportate dalla spada fuoriuscì tanto di quel sangue che mise in fuga i saraceni.

Nel 1271, dopo gli svevi, Nardò passa sotto il dominio degli Angioini e, successivamente, agli Aragonesi.

Nel 1480 come tutto il Salento risente delle invasioni dei Turchi prima e dei Veneziani subito dopo.

Nel 1528, ad opera del capitano Lautrec, mercenario di Francesco I re di Francia, vengono distrutte parte delle mura e la chiesa del Carmine.

Nel XVI secolo, la città di Nardò diviene un centro culturale ed artistico ed hanno nuovo impulso la costruzione di palazzi in tipico barocco salentino.

Nel 1635 Nardò raggiunge il suo massimo splendore. In quell'anno divenne vescovo della diocesi neretina mons. Fabio Ghigi, che ben presto divenne papa assumendo il nome di Alessandro VII.

Ma ben presto crisi e decadenza tornarono a farsi sentire e, nel 1647, Nardò fu protagonista di una rivolta contro il conte Girolamo Acquaviva.

Nel 1707 Nardò ritorna alla cultura ed allo splendore di un tempo: vengono restaurati e ricostruiti gran parte dei monumenti, e si trasforma in una cittadina culturale grazie a Antonio Sanfelice, vescovo di Nardò (dal 1709 al 1737) Giovan Bernardino Tafuri storico e uomo di lettere fondatore della biblioteca, dell'archivio vescovile e dell'Accademia degli Intimi. Purtroppo, anche questa volta tutto questo viene interrotto da un tragico evento: il 20 febbraio del 1743 la cittadina e, con essa, gran parte del Salento, fu colpita da un forte terremoto che distrusse gran parte dei monumenti.

Finalmente con l'Illuminismo Nardò trova un po' di pace, il feudalesimo scompare e con esso ogni forma di tirannia. Il resto è storia dei nostri giorni

Documento creato il 05/07/2002 (16:49)
Ultima modifica del 05/07/2002 (16:49)
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