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Trekking a Vaste

Trekking: l'area messapica dei Santi Stefani

trekking a vaste

La consultazione dei siti di meteorologia comincia già dal venerdì: ci serve conforto sul tempo previsto per la domenica, dopo aver subito le ire del maltempo nella precedente escursione di Ostuni.

trekking a vasteL'itinerario organizzato da Avanguardie -con Salvatore alla guida- è particolarmente interessante e riguarda una bellissima area del Salento: quella di Vaste, importante sia dal punto di vista archeologico che geologico.

In questa vasta area, infatti, esisteva un grande insediamento messapico (parliamo del VI secolo a.C.), noto con il nome di Baxta.

La città ebbe enorme fortuna in quei tempi lontanissimi; purtroppo, dell'antico splendore resta ben poco, offuscato dal velo del tempo e distrutto dal contadino e dal suo aratro.

la campagna di vaste

Il percorso si sarebbe srotolato tra alberi d'ulivo secolari, su tratturi attraverso pinetine e piccoli boschi di querce che, mentre un tempo erano il paesaggio usuale del Salento, oggi faticano a sopravvivere alla continua urbanizzazione. Non sfugge lo sforzo degli organizzatori di prediligere lo sterrato all'asfalto, sforzo spesso vano se non, addirittura, impossibile.

Grotte e cave di bauxite

Probabilmente, gli antichi messapi non avrebbero mai immaginato che il suolo sotto i loro piedi avrebbe rivestito grande interesse dal punto di vista geologico e speleologico. Qui il calcare ed i vari minerali, accumulatisi in milioni di anni, sono stati sciolti, separati, trasportati per dare luogo alla formazione di un gran numero di grotte, alcune insospettabili e bellissime, alla caratteristica terra rossa, tipica della nostra regione e, infine, alle cave di bauxite.

la cava di bauxite

Non è noto ai più, ma il Salento ha avuto, nel recente passato, una certa importanza per la produzione di alluminio, estratto dalla bauxite delle sue cave; invero, questo tipo di attività -come qualsiasi attività estrattiva- ha profondamente modificato il territorio, provocando immensi buchi che hanno eradicato, in maniera profonda, le tracce del passato. Grotte, aree archeologiche e naturalistiche sono state letteralmente divorate da questa attività. Il materiale di alluminio, estratto da vari giacimenti, veniva accumulato presso Otranto per venire da qui imbarcato alla volta di Marghera.

Antiche strade e neviere

antico tratturoSe oggi l'asfalto segna, con un tratto quasi indelebile, il territorio, le strade passato più lontano non sfuggono all'attenzione dell'occhio esperto. E così, tra un albero e l'altro, seminascosti tra i muri a secco, ecco comparire gli antichi invasi dei depositi di granaglie, scavati nella tenera roccia tufacea.

Frequenti ai margini delle strade, oggi rappresentano il solo indizio che segna la presenza di un'antica strada.

Con un po' di attenzione è facile scorgerne anche la carreggiata, segnata dai solchi lasciati dai carri. Son solo pochi metri: un albero, piantato lì, proprio al centro, dimostra che il contadino, ancora una volta, ha fatto bene il suo mestiere!

antica nevieraTra i vari ipogei incontrati lungo il percorso, una nota merita la neviera, un deposito sotterraneo che, grazie alla sua temperatura costante e inferiore a quella esterna permetteva, nei tempi in cui elettricità e frigoriferi eran ben lungi dal venire, di conservare la neve opportunamente qui trasportata.

La costruzione, palesata dal crollo della parete, ha la volta a botte ed è addossata ad una cavità naturale.

L'accesso era garantito da una ripida apertura, oggi occupata dai rovi ed impraticabile mentre una specie di camino serviva a versarci dentro la neve. Uno strano graffito -un omino tra il sacro ed il profano- segna l'inizio del cunicolo che porta in superficie...

13 Km di belvedere...

affresco nella cripta dei santi stefaniTredici chilometri sembrano tanti ma trascorrono in fretta con il paesaggio e la compagnia giusta. Così, dopo un percorso in una delle aree più interessanti del Salento, si giunge alla conclusione: la Cripta dei Santi Stefani.

La cripta, come il nome suggerisce, è un ipogeo a pianta basilicale a tre navate scavato nella tenera roccia tufacea. Deve il suo nome a Santo Stefano che, raffigurato due volte, ha reso plurale il nome del sito che, tra l'altro, fa parte di un'area di particolare interesse archeologico: recenti scavi hanno riportato alla luce i resti una chiesa paleocristiana del V secolo d.C. La stratificazione del luogo, inoltre, ne ha dimostrato un uso continuato nell'arco di diversi secoli (probabilmente sino al 1000), prima di essere definitivamente abbandonato e dimenticato.

Termina qui la nostra escursione: le auto, lasciate lì qualche ora prima, sono pronte a portarci a casa. L'appuntamento con Avanguardie è per il prossimo 5 marzo 2006 a Cerfignano (frazione di Santa Cesarea Terme), per l'escursione sulla Serra della Grottella.

Documento creato il 29/10/2006 (18:38)
Ultima modifica del 29/10/2006 (18:38)

 

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