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Porto Cesareo e la Strea

Un comune recente

Porto Cesareo, comune di costituzione relativamente recente, nato su una parte del grande territorio neretino, è un'interessante meta di trekking, dove il percorso può alternarsi tra la meravigliosa costa e la rigogliosa campagna di seminativo ed ulivi, arricchita da antiche masserie.

L'appuntamento con Salvatore Inguscio di Avanguardie -la nostra guida- era ai piedi di Torre Squillace, secolare sentinella di questi mari. In questo punto la costa è prevalentemente rocciosa, abbellita da calette di sabbia bianchissima, copia in piccolo dei grandi arenili sabbiosi di Sant'Isidoro -a sud- e Porto Cesareo -a nord-. Anche qui come altrove la costa è movimentata da massi -a volte enormi- che si poggiano, quasi con delicatezza, sulle rocce costiere. Con molta probabilità si tratta di rocce trasportate dalla forza di qualche maremoto avvenuto nel corso dei secoli.

Resta traccia, infatti, nella memoria salentina di due immani catastrofi verificatesi uno intorno al 450 d.C. -anno in cui fu richiesta dai Salentini la protezione della Madonna di Leuca- e l'altro intorno al 1500.

Torre Squillace

Un nome altisonante per questa grande torre seicentesca alta quasi 16 metri. Come tutte le altre, faceva parte del grande sistema difensivo voluto da Carlo V per proteggere queste contrade dalle continue incursioni dei turchi. Si presenta scarpata alla base, con un cordolo marcapiano che segna l'inizio del primo piano cui si accede mediante una scala esterna che poggia su due grandi archi.

Il primo piano è costituito da una grande stanza con volta a botte; in essa è possibile ancora oggi vedere un camino e l'apertura della cisterna (il pian terreno), che dava agli occupanti della torre la necessaria riserva d'acqua. Il terrazzo è occupato da ciò che resta della guardiola, mentre il muro di coronamento corre su eleganti beccatelli. Tra i merli del coronamento prendevano posto le bocche da fuoco cui era dato il grave compito della difesa dagli invasori.

Immediatamente a nord della torre si apre una bellissima insenatura, la cui imboccatura è protetta da uno scoglio: è un piccolo porto naturale che i locali usano per tirare in secca le proprie imbarcazioni da diporto.

La Strea

Appena duecento metri più a nord comincia una stretta penisola: La Strea, lunga circa 1500 metri e non più larga di duecento. Poco si sa sull'etimologia del nome che, comunque, potrebbe avere radici nel dialetto leccese dove la stria significa la bambina, la figlia.

Comincia qui anche il parco naturale di Nardò e Porto Cesareo, una zona marina protetta che cerca di tutelare questo ambiente unico e difficile da ritrovare altrove. La Strea era un antichissimo cordone dunare di cui, oggi, resta ben poco e la sua presenza ha permesso che si venisse a creare una stupenda laguna che protegge il centro abitato di Porto Cesareo.

Di fronte, al di là dello stretto braccio di mare, l'innaturale skyline della cittadina ionica accompagna il nostro percorso, attentamente sorvegliato dalla squadrata sagoma della Torre seicentesca, trasformata in sede della locale compagnia della Guardia di Finanza. Più a nord l'Isola dei Conigli sembra essere il naturale prolungamento della Strea, da questa separato dalla continua erosione marina.

Documento creato il 15/04/2007 (22:19)
Ultima modifica del 21/03/2011 (16:18)
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