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L'epoca basiliana

L'epoca basiliana

la chiesetta di san mauro sulla collina di sannicola

E' certo che in epoca basiliana e fino al '700 l'intero agro sannicolese fu indicato col nome greco di Rodogallo (luogo dalle belle rose), poi distinto in Rodogallo magno e parvo. Si ignora, però, se questi toponimi, al pari di quello di Renocallo o Rinocallo, indicassero anche, come sostiene qualche studioso, dei villaggi medievali successivamente distrutti o abbandonati.

Un dato sicuro è che nel feudo di Gallipoli erano insediati stabilmente i monaci basiliani, presenti con le abbazie di S.Mauro, di S.Salvatore, di S.Tirso, di S.Stefano de Fonte e di S.Maria de Ligiro, oltre che con diverse chiesette. Il ricordo di quelle età lontane è testimoniato dai toponimi greci che, ancora oggi, identificano alcune contrade (ad es. Pràndico, Camastra, Meforìe).

Origini basiliane ebbe quasi certamente anche la chiesa di S.Nicola che sorgeva nello stesso luogo dell'attuale chiesa madre di S.Maria delle Grazie e che era già semidistrutta prima del 1567.

la chiesetta di san salvatore

Con la rapida decadenza dei basiliani, a partire dai primi decenni del Trecento, per l'agro di Gallipoli si avvicinava un periodo terribile. I numerosi nemici della cittadina ionica, protetta da mura possenti, adottarono, infatti, la sistematica tattica di sottoporne a razzie e violenze l'indifeso territorio.

Poco poterono in quella circostanza le difese delle masserie fortificate che si andavano edificando, specie nelle zone macchiose e rocciose del feudo gallipolino.

Fu tra la fine del '400 e i primi decenni del secolo successivo che si verificarono i maggiori danni. Ne furono responsabili non solo i Turchi ed i Veneziani, ma soprattutto i Francesi. Questi ultimi, venuti nel Salento, trovarono dei naturali alleati nei feudatari di diversi paesi vicini a Gallipoli (Galatone, Galatina, Parabita, Matino, ecc.), ed, insieme ad essi, compirono per lungo tempo delle scorrerie nel territorio della Città, rimasta fedele alla Casa d'Aragona .

Il Galateo, testimone diretto degli avvenimenti, denunciò le devastazioni e le razzie che si compirono allora, citando "gli alberi rigogliosi recisi, le masserie incendiate, i danni immensi..."arrecati ovunque.

(Note storiche gentilmente concesse a Japigia dal Dr. Luigi Bidetti)

Documento creato il 16/08/2004 (14:05)
Ultima modifica del 11/03/2011 (18:39)
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