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Salento ha restituito, da recenti scavi archeologici, la mappa più antica al mondo.
Si tratta di un coccio di ceramica verniciata con graffito il profilo del Salento e le iniziali dei nomi delle cittadine di quella che, con molta probabilità, era la dodecapoli messapica del V-VI secolo a. C.

La mappa di Soleto

Idee sulla mappa di Soleto

soleto la guglia

Come sappiamo, Soleto nel cuore del Salento e patria di Matteo Tafuri e grande contea nel periodo medievale ha restituito, da recenti scavi archeologici, la mappa più antica al mondo.

Si tratta di un semplice coccio di ceramica verniciata con graffito il profilo del Salento e le iniziali dei nomi delle cittadine di quella che, con molta probabilità, era la dodecapoli messapica del V-VI secolo a. C. In modo del tutto innovativo, la posizione delle città è individuata da un puntino, anch'esso graffito sulla vernice nera dell'ostrakon.

l'antica mappa di soleto

A prima vista i nomi delle città messapiche sembrano abbreviati, quasi una sorta di “targa” dell'antichità: abbiamo Sol, Nar, Hydr, Ozan giusto per citarne alcuni. Ai nomi così esposti ne mancherebbe un pezzo, quello finale: con questo documento vorrei cercare di scoprire se l'abbreviazione fatta era dovuta al poco spazio offerto dall'ostrakon o al fatto che il resto era già noto per tutti.

Le considerazioni che seguono non vogliono essere una disquisizione accademica ma solo una curiosa riflessione sui nomi delle nostre moderne città.

Partiamo da due parole: Bisanzio, antico nome della moderna Istanbul (ribattezzata Costantinopoli dai romani) e dalla parola italiana “autoctono”.

Secondo la tradizione, Bisanzio deriverebbe dal nome del suo antico fondatore Bisas e dal suffisso “cton” che, in greco, indica la terra, intesa non nel senso di podere o campo coltivabile, ma un territorio con annessi e connessi, cioè tutto ciò che c'è sopra e dentro. Pertanto Bisanzio, significherebbe “la Terra di Bisas”.

Questo particolare suffisso lo ritroviamo nella parola italiana autoctono che indicherebbe la popolazione che “abita la propria terra”, ottenuta dalla particolare fusione dei termini “auto” (che possiamo ricollegare al termine “automobile”, cioè “che si muove da sola”) e Cton, inteso sempre nel significato di terra.

Ora, avendo questo in mente, ritorniamo alla nostra mappa antica e chiediamoci: “cosa manca ai nomi delle città messapiche?” Confortati dalla somiglianza dei nomi moderni con i probabili messapici, potrebbe mancare proprio... Cton, con il significato già visto di Terra.

In questo modo potremmo completare Ozan con “Ozancton”, cioè Terra di Zan (nome Messapico per lo Zeus dei Greci), Hydr con “Hydr(u)cton” cioè Terra dell'Idro (ma l'Idro non è proprio il fiumiciattolo di Otranto?), Nar con “Nar(i)cton” e così via.

Si tratta di una semplice riflessione linguistica, non confortata -certamente- da alcuna ricerca approfondita, tra l'altro impossibile da farsi sia per lo scarso materiale lessicale dell'antica lingua messapica sia perché di questa lingua non ne sappiamo, poi, molto.

Resta però chiara la grande influenza della Grecia antica dalla quale i messapi mutuarono, oltre che ad elementi importanti della loro vita civile, anche l'alfabeto.

Documento creato il 21/11/2011 (19:25)
Ultima modifica del 21/11/2011 (19:47)

 

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