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San Gregorio

Lungo l'antica via Traiana

La marina di San Gregorio

Partendo da Gallipoli e procedendo verso sud lungo la Statale 274 che ricorda, col suo tracciato, la romana via Traiana, prima di giungere a Leuca, estremo sud del Salento, incontreremo il comune di Patù, a sinistra e, a destra sulla costa, la bella marina di Capo San Gregorio.

Anche in questo caso le vestigia di un remoto passato, i resti di quella che fu la splendida civiltà messapica sono a disposizione dell'attento osservatore.

Messapi e Romani

San Gregorio

Poc'anzi si è parlato dell'antica via Romana, la Traiana, che, da Taranto, giungeva sino a Leuca, passando per i principali centri Messapici del tempo: Neritum (Nardò), Alexias (Alezio), Auxentum (Ugento) e, prima di giungere a Leuca, Veretum, dalle cui rovine, prima dell'anno 1000, sarebbe sorta la moderna Patù.

Come Ugento, dove i Messapi ebbero un porto localizzato, probabilmente, a Torre San Giovanni, anche Vereto ebbe il suo accesso al mare tra le insenature di Capo San Gregorio.

L'ipotesi è confortata dal fatto che molte sono le analogie con la vicina Ugento, dove le dimensioni e l'importanza dei ritrovamenti archeologici hanno confermato l'importanza che questa città ebbe per la civiltà messapica. Al contrario di Ugento, Vereto fu completamente distrutta dai saraceni intorno al 1000 e, in quel tempo, anche il suo porto non aveva più molta importanza, probabilmente devastato, alcuni secoli prima (attorno al 300 d.C.) da un maremoto di incredibile potenza che si abbatté sulle nostre coste, tra Santa Maria di Leuca e Gallipoli. È facile ipotizzare che, proprio in questo periodo, cittadine come Cassandra (nei pressi dell'attuale Torre Pali, poco distante da qui) e la cittadella romana di Torre San Giovanni, scompaiano definitivamente.

Ciò che si può ancora vedere

L'antica scalinata messapicaDi quel periodo ormai lontano resta ciò che potrebbe sembrare una "scalinata" fatta con grossi conci di tufo, che parte dal piccolo porticciolo per salire sulla collina dove, intorno al 1500, fu costruita una torre di avvistamento.

Più che semplici "scalini" potrebbero essere i resti di un muro di protezione, posto a tutela di un villaggio sito sulla collinetta.

Immergendosi nella caletta prospiciente i resti del muro, è possibile osservare che il fondale, piuttosto basso, è completamente coperto da rocce "piatte", come se fosse il risultato di un crollo di quella che forse, un tempo, era una enorme grotta.

Tra le rocce della costa e sul fondale della caletta non è difficile trovare cocci e pezzi di terracotta (probabilmente resti di tegole) che testimoniamo che questi luoghi sono stati abitati sin da secoli remoti.

Documento creato il 08/03/2004 (14:49)
Ultima modifica del 26/03/2011 (16:21)
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