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Viale dell'UniversitàNonostante il recente completamento della tangenziale, che evita l'attraversamento del centro per raggiungere i comuni a nord della cittadina, può, comunque, capitare di attraversare questa importante arteria leccese. Entrando in città dalla via di Lequile o dalla via di San Cesario e dopo aver superato viale Gallipoli, si giunge, inevitabilmente, su Viale dell'Università che deve il suo nome alla presenza dell'ateneo del capoluogo salentino. Tuttavia, la caratteristica più importante, che certamente non sfugge ai visitatori, è la presenza delle imponenti mura che costituivano i baluardi di difesa di Lecce e ben due porte che, in quei tempi lontani, garantivano l'accesso al centro abitato: Porta Rudiae e la maestosa Porta Napoli. Le antiche muraAnche se una buona parte di esse sono ancora, fortunatamente, integre, un tempo le mura di difesa cingevano completamente il centro di Lecce culminando, ad est, con l'imponente castello di Carlo V, costruito da Gian Giacomo dell'Acaja sul luogo occupato dall'antico maniero normanno. Lungo il Viale dell'Università, da Porta Rudiae sino all'incrocio che porta alla superstrada per Brindisi, è possibile vederne diversi tratti, completamente integrati con l'attuale assetto urbano della città. Da scavi recenti, occorsi durante le opere di pavimentazione che hanno interessato questo quartiere di Lecce, si è potuto scoprire che le mura medioevali, in questo tratto, non hanno fatto altro che seguire il percorso originario delle preesistenti mura messapiche che proteggevano la cittadina. Come in altri centri, si è riscontrato che le mura costruite dai Messapi in tenero calcare locale, erano fatte di due muraglioni di contenimento al cui interno veniva compattato materiale di risulta, terriccio e pietrame informe; anche qui come altrove, le mura messapiche attraversano aree destinate, in epoche precedenti, a necropoli. I recenti lavori che hanno interessato l'area intorno all'arco di trionfo, hanno permesso di riportare alla luce una tomba di un bambino ed alcuni vasi di epoca più antica. Attualmente il basolato è stato completato: la nuova disposizione delle pietre della pavimentazione ripropone la disposizione delle antiche mura messapiche. L'Arco di TrionfoPorta Napoli, così chiamata perché costruita sulla strada che bisognava percorrere volendo recarsi a Napoli, è l'arco di trionfo che i cittadini leccesi hanno voluto dedicare alla grandezza dell'imperatore Carlo V d'Asburgo che aveva dotato la città di nuove e migliorate strutture difensive. Progettato dall'architetto militare Gian Giacomo dell'Acaja e realizzato intorno al 1548, l'arco si staglia tra le mura al posto della preesistente Porta San Giusto; sul frontone fa bella mostra di se lo stemma imperiale di Carlo V e, poco più in basso, un'iscrizione celebra le glorie dell'imperatore, che, comunque, non ha mai visitato Lecce. L'obeliscoDa sempre la porta ha rappresentato il termine della città di Lecce; al di fuori di essa, il mondo esterno. In effetti questi sono stati i luoghi di una prima espansione della città e, a significare il rinnovato interesse nella crescita della propria città, i cittadini leccesi costruirono, nel 1822, l'obelisco in onore di Ferdinando I di Borbone. Qui sorsero, nell'800 numerose ville e giardini. Tuttavia, l'assetto urbanistico che si venne a creare, decentrò l'obelisco rispetto ai viali che lo circondavano: i recenti lavori di sistemazione di Viale dell'Università lo ha riportato alla centralità: l'obelisco di Ferdinando domina, ora, incontrastato l'intero viale. L'unica nota dolente del recente riassetto urbanistico è stato il taglio dei grandiosi alberi di pino che, per oltre 50 anni, hanno guardato, sornioni, la vita dei leccesi i quali, oggi, possono contarne gli anelli che ne hanno scandito la vita nei tronchi ancora visibili tra l'erbetta delle aiuole. Documento creato il 15/02/2007 (19:33)Ultima modifica del 24/05/2012 (08:38)
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