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I bizantiniI Bizantini, nuovi dominatori di questi luoghi, spostarono il governo della regione sulla costa, dove erano più militarmente sicuri: Otranto divenne, per lungo tempo, il nuovo capoluogo e l'antica Japigia cominciò a chiamarsi Terra d'Otranto, nome che, fra l'altro, conserva tuttora. Dal governo bizantino trassero vantaggio solo le città della costa (Gallipoli, Otranto, Brindisi) mentre Lecce e le altre cittadine dell'interno venivano ridotte a semplici villaggi alla mercé delle scorrerie di Vandali, Goti, Visigoti e Longobardi. I normanniDobbiamo attendere l'arrivo dei Normanni, poco dopo il mille, perché Lecce ritorni al suo antico splendore: documenti della metà del XI sec. testimoniano che il re normanno Roberto il Guiscardo affidò l'intera contea di Lecce al proprio fratello, Goffredo d'Altavilla. Con i Normanni Lecce vide nuovamente crescere la propria importanza. Circa un secolo dopo, Tancredi, conte di Lecce, la trasformò in un florido gioiello dove artisti e scienziati si davano appuntamento. In questo periodo crebbero i Palazzi e vennero costruiti splendidi templi, il cui fasto è testimoniato, ancora oggi, dalla famosa Chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo, uno dei pochi monumenti normanni che hanno superato, pressoché indenni, la storia. Purtroppo Tancredi fu l'ultimo Normanno a governare Lecce: il suo posto fu preso da Enrico VI di Svevia che aveva sposato, nel frattempo, la sorella del padre di Tancredi, Costanza d'Altavilla. Da questa, nel 1194, avrebbe avuto un figlio, il futuro Federico II di Svevia. I feudatariDopo gli Svevi, agli inizi del 1300, la città conobbe il governo degli Angioinidella dinastia dei Brienne e, dal 1353, quello degli Enghien che, con Maria, fece conoscere ai Leccesi uno dei periodi più floridi che la storia del Salento ricordi, tanto da far assegnare a Lecce il titolo di Atene di Puglia. Purtroppo, questo periodo non ebbe lunga durata. A Maria d'Enghien, morta nel 1446, successero gli Aragonesi che trascurarono la nostra provincia al punto che le orde turche ebbero la meglio sulle deboli difese salentine: nel 1480, il sacco di Otranto, fu il più triste episodio che questa disgraziata terra ricordi. Ma gli Aragonesi vollero la strage: il Salento, per loro, rappresentava una sorta di sacrificabile cuscinetto tra il loro regno e la fame di conquista del mondo musulmano. Dopo gli Aragonesi giunsero gli Spagnoli: Lecce ed il Salento passano, con il resto dell'Italia meridionale a Carlo V per poi finire, nei primi anni del '700, sotto la dominazione Borbonica. Documento creato il 19/08/2004 (10:05)Ultima modifica del 21/03/2011 (09:59) Area di StampaUltimi aggiornamenti...Fotorassegne |
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