|
|||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||
Da leggere...ultimi eventiFotorassegneUltimi aggiornamenti...
La Cattedrale e la CriptaIl grande desiderio di Maometto II era trasformare in stalle le cattedrali della Cristiana Europa; ci sarebbe senz'altro riuscito se, sulla sua strada, non avesse trovato la testardaggine delle genti salentine! Mentre le soltatesche aragonesi fuggirono nottetempo attraverso percorsi segreti, gli Otrantini restarono a fronteggiare le bombarde ottomane: morirono tutti! I loro resti furono raccolti solo l'anno dopo, quando le truppe del regno di Napoli riuscirono a riconquistare queste sfortunate Terre. Una parte dei resti è conservata proprio nella cappella a destra dell'altare maggiore nella Cattedrale di Otranto. Tuttavia, a parte i motivi devozionali, la Cattedrale di Otranto resta uno dei monumenti più importanti del romanico salentino. Fu certamente costruita sui resti di altre strutture precedenti, sotto il regno dei normanni nell'XI secolo, subendo evidenti rimaneggiamenti nei secoli successivi; tra essi, i più evidenti sono quelli di epoca barocca. L'interno è arricchito da un grandioso mosaico pavimentale, realizzato intorno al XII secolo da un monaco della vicina San Nicola di Casole di nome Pantaleone. Pantaleone volle sintetizzare in quest'opera tutte le conoscenze del tempo, rappresentandole in una struttura ad albero conosciuta con il nome di Albero della Vita. Le radici dell'albero sono lungo la parete orientale, nei pressi della porta d'ingresso, proseguendo sino all'altare maggiore. Ci sono animali mitici, creature mostruose, personaggi della Bibbia e della mitologia; nei pressi dell'altare maggiore una figura ha colto l'interesse degli studiosi: Re Artù. La domanda che molti si sono posta è questa: Che ci fa Re Artù, una figura per niente famosa al tempo della realizzazione del mosaico, nella grande opera del monaco Pantaleone? Nessuno è riuscito a dare una risposta, se non semplici supposizioni: addirittura, qualcuno è giunto a dire che... non è opera di Pantaleone ma una modifica successiva al mosaico! A destra dell'ingresso principale si apre l'ampia scalinata che conduce alla cripta della cattedrale. Scendendo, sul lato destro della scala sono visibili i livelli inferiori, segno evidente delle strutture preesistenti e venuti alla luce durante i lavori di restauro. La cripta è una selva di colonne: l'una diversa dall'altra! Sorreggono il tetto di questo antico luogo di culto. Le pareti sono ricoperte da affreschi, molti dei quali rovinati: recano ancora il segno dei colpi delle scimitarre dei turchi. In una delle pareti sul fondo della cripta, solo l'immagine di una Madonna Nera si è salvata, forse perchè ai turchi è parso di riconoscere qualcuno cui dovevano il loro rispetto... Documento creato il 26/09/2007 (11:56)Ultima modifica del 16/03/2011 (13:47) Area di StampaFortune Cookie...Consiglio non va lodato ma eseguito |
|||||||||||||||||
Japigia di Paola Beatrice Arcano, Casarano (Lecce) Realizzazione siti Internet, Portali, Grafica computerizzata e servizi turistici. E' vietato il plagio, anche parziale, dei contenuti del sito. Per informazioni, contatti, suggerimenti: Contattateci! Copyright e info legge 62/01 - Privacy e Cookie Partita I.V.A 03471880752 - R.E.A. CCIAA Le/224124 |