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La costa adriatica

La costa adriatica

il ciolo

Lasciata Leuca, imbocchiamo, dalla collina del Santuario, la strada litoranea adriatica che, da qui, risale verso nord sino a Otranto.

Qui il mare è qualcosa di incredibile. Si trova sotto, ad almeno 100 metri dalla strada che stiamo percorrendo. L'azzurro è cupo, a riprova della sua profondità. Qui è possibile contemplare la costa solo dal mare, magari approfittando dei tanti natanti che offrono la navigazione sottocosta, con visita alle grotte marine che qui si aprono.

Il Ciolo

Percorrendo la litoranea, si giunge al Ciolo, il primo posto dopo Leuca dove è possibile bagnarsi senza particolari difficoltà. Lasciata la macchina nel parcheggio nei pressi del ponte, si scende al mare dalle scalette in cemento a sinistra della strada.

Il Ciolo è un profondo canyon scavato dalle acque meteoriche nel corso dei millenni; ha il suo inizio a Gagliano del Capo, comune posto a 140 metri sulla Serra del Cianci, la collina che ci sovrasta, per giungere qui, a tuffarsi in un mare profondo e blu.

In fondo al canyon, all'ombra del ponte della litoranea, una piccola spiaggia di ciottoli, protetta da un muro di dura roccia calcarea alto 5 metri, ottimo come trampolino naturale per i tuffi.

Il mare, poco profondo nel seno del Ciolo, sprofonda quasi subito a 15 / 20 metri. Il fondale, chiaro e pulito, sembra quasi impossibile da raggiundere. Alla nostra sinistra, guardando verso il mare aperto, una grande grotta è pronta ad accoglierci. E' possibile nuotare al suo interno per più di 50 metri, nel cuore della montagna rocciosa che ci sovrasta; poi la grotta si immerge, diventando sottomarina a circa 7 metri dalla superficie. E' sufficientemente grande da consentirne l'esplorazione anche con piccoli natanti.

Fare il bagno qui richiede doti di esperto nuotatore; è consigliabile desistere se il mare non è più che calmo in quanto il moto ondoso potrebbe scaraventare un impavido nuotatore sulle pareti rocciose.

Questa costa sembra quasi disabitata. Le poche case, grazie alle rigide direttive in materia edilizia di questi luoghi, sono quasi mimetizzate sulle grigie colline calcaree, permettendo di conservare integro un vero paradiso.

Riprendendo la strada, il viaggio prosegue alla volta della marina di Alessano: Novaglie.

I Turchi a Gagliano

la rada del ciolo

La piccola rada del Ciolo, che comunica con Gagliano del Capo, adagiato sulla Serra del Cianci, fu teatro di una delle tante incursioni dei pirati turchi sulle nostre coste.

Narra una storia popolare che una nave turca attraccò un giorno nella piccola baia; il mare molto profondo gli permise di trovare facile porto. Un folto gruppo di pirati, armati di tutto punto sbarcò e, approfittando del riparo offerto dalle rocce del canyon, risalì la china senza farsi scorgere dagli abitanti.

Come quasi tutte le città della costa, Gagliano era un piccolo centro di contadini, mal difeso e poco armato: i pirati turchi ebbero, in breve, la meglio sulla popolazione posta a guardia delle mura ed entrarono nel piccolo centro.

Gli abitanti non osavano neanche opporsi alla tracotanza dei predoni ed assecondavano le loro richieste, dando loro quel poco che avevano. Infine i turchi entrarono in chiesa. Qui rubarono di tutto, finanche la grande campana, che portarono via come trofeo.

Dopo la razzia, ripresero la strada da cui erano venuti: il canyon li portò, rapidamente, verso la loro nave, ancorata al riparo della baia.

Nel frattempo, il mare si era incupito ma la nave riprese ugualmente il largo, con la grande campana saldamente legata sul ponte. Gli abitanti pregavano dall'alto della collina, guardando, con gli occhi colmi di lacrime i pirati andar via, tuttavia felici per essere ancora in vita.

D'un tratto dal mare un'onda micidiale travolse il vascello, facendolo inclinare in malo modo; la pesante campana rompendo le funi che la tenevano ferma al ponte, scivolò in acqua e scomparve tra i flutti.

Era la vigilia di Natale: da allora, la notte del 25 dicembre di ogni anno, la campana rintocca dalle profondità del mare del canale di Otranto...

Documento creato il 08/10/2005 (16:40)
Ultima modifica del 09/03/2011 (18:50)

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Japigia di Paola Beatrice Arcano, Casarano (Lecce)
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