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Venti Mediterranei

Archivio 2004: Venti Mediterranei - Piccolo Festival

Multietnico, transculturale, polifonico... Queste le caratteristiche che contraddistinguono il Salento degli ultimi anni.
La "Terra del Sole" è diventata teatro di sperimentazioni artistiche di rilievo, complici anche i continui scambi  con le culture "altre" che ormai da anni sono stabilmente insediate sul territorio.
Il "Venti Mediterranei - Piccolo Festival", si propone come una finestra su questo "nuovo" Salento.
Obiettivo della manifestazione è, infatti, quello di porre l'accento su questa fucina di nuovi talenti.

Un focus su quelle che sono le espressioni artistiche che rappresentano il primo frutto di una lunga serie di contaminazioni culturali.

Ad animarci è stata, dunque, la volontà di captare le "sonorità e le immagini" che, prodotte DA e PER il Mediterraneo, proprio come un "vento" passano sul Salento lasciando una traccia unica ed indelebile. L' unicità risiede nella consapevolezza che, anche se riproposti, tali suoni non potranno essere mai più gli stessi.

Il Festival, però, deve essere letto anche in chiave metaforica.
La coesistenza all'interno di una stessa manifestazione di una pluralità di forme artistiche (teatro, musica, cinema, arte figurativa e plastica contemporanea), che si fondono armonicamente pur mantenendo ciascuna la propria identità ed espressività, interpreta e cerca di promuovere il concetto di TRANSCULTURALITA'.

Sono ormai di immediata evidenza i limiti insiti nel termine "Integrazione"; si tratta di limiti prevalentemente di tipo semantico - concettuale. Integrarsi, infatti, vuol dire rinunciare alla propria identità, prendere le distanze dalle proprie radici e tradizioni per avvicinarsi a e assumere quelle dei cosiddetti "ospiti". Ecco dunque spiegato il sentimento di precarietà che pervade comunità extracomunitarie le quali, anche se da decenni presenti e attive sul territorio italiano, continuano a considerarsi straniere e sradicate.

In un tale contesto il Salento rappresenta, al contrario, una fotografia che dà forma e corpo ad una parola (transculturalità) che per ora risuona astratta e vuota.
Qui, infatti, sono numerose ormai le comunità ciascuna, connotata da un prorpio patrimonio artistico - culturale, da una propria tradizione e storia, che convivono pacificamente con la popolazione autoctona e che anzi, hanno dato vita ad una serie di scambi proficui e forieri di crescita graduale e costante.

Siamo una sorta di microcosmo multietnico, una terra eclettica e poliedrica, impregnata di suoni e di forme d'arte che aspettano solo di essere vissuti e condivisi.
Svelata la chiave di lettura, il festival ed il suo "Palcoscenico" (Il Salento) potrebbero veicolare questo messaggio e quindi diffonderlo.
E allora consci della grandezza e delle meraviglie di questa terra, lasciamoci travolgere da questi venti, così che una volta passati il ricordo nostalgico di ciò che è stato si mescoli e si confonda con la CERTEZZA che ce ne saranno degli altri, sempre nuovi e piacevoli e sicuramente altrettanto forti ed avvolgenti.

Comunicato curato da Virginia Mangia
Documento creato il 18/08/2004 (12:38)
Ultima modifica del 18/08/2004 (12:38)

 

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